Cosa fa un pappagallo a Fontanarossa?

E’ il 31 dicembre 2004 e, come ormai è tradizione della mia famiglia, sono a Fontanarossa per festeggiare la fine dell’anno. Pochi giorni fa è nevicato e il paese imbiancato è splendido, a causa del freddo la neve è ancora soffice e asciutta e il paesaggio non ha nulla da invidiare a quello alpino.
Prima di dedicarmi ai preparativi per il cenone approfitto della splendida giornata di sole per fare una passeggiata nei boschi innevati: lungo il percorso mi rendo conto che sono la prima persona a passare da quelle parti infatti le uniche tracce sulla neve sono quelle sottili e ravvicinate dei daini.
Dopo avere scattato un po’ di fotografie, con qualche difficoltà poiché i miei scarponi sprofondano nella neve, riesco a finire il giro che mi sono prefissato ed arrivo nella zona del cimitero, da qui mi dirigo verso il paese continuando sulla strada carrozzabile. Dopo alcuni minuti incontro un gruppetto persone del paese che stanno anch’esse approfittando della splendida giornata per fare una passeggiata: alcune di loro risiedono a Fontanarossa tutto l’anno e non appena mi vedono, dopo avermi salutato, mi mettono subito al corrente dello stranissimo fatto: nei boschi intorno al paese da alcune settimane è comparso uno splendido pappagallo colorato e mi raccomandano di fotografarlo: “Così lo puoi mettere su internet!”. Lì per lì non credo alle mie orecchie: come fa un uccello abituato ai caldi climi equatoriali a vivere nel gelo invernale di Fontanarossa?
L’unica spiegazione è che qualche sciagurato, stufo di tenerlo in casa, lo abbia liberato nei nostri boschi, ritenendo che non avrebbe avuto lunga vita vuoi per il freddo, vuoi per la mancanza di cibo, vuoi per la presenza di animali predatori. Invece la povera bestia ha sopportato il freddo e ha trovato ancora delle mele sugli alberi per nutrirsi.

Mi accomiato dal gruppetto promettendo che sarei andato a cercarlo e mi dirigo verso l’unico punto di ritrovo del paese, il Bar Carletto; qui mi confermano la strana presenza e mi indicano dove posso trovarlo. Infatti, appena arrivo sul posto indicatomi, lo vedo appollaiato su un albero: è un po’ lontano e non posso avvicinarmi troppo sia per la presenza di alcune palizzate di orti sia perché ho paura di farlo scappare, comunque si vede che è un esemplare piuttosto grande della specie Ara, ha il corpo azzurro e la testa e il collo rossi. Il pappagallo salta da un albero all’altro e riesco a scattare alcune fotografie, purtroppo da lontano e non riesco a riprenderlo bene; dopo alcuni minuti durante i quali rimango incantato ad ammirare la sua bellezza esso spicca il volo verso un’altra zona del bosco, è bellissimo anche in volo e la sua apertura alare è ragguardevole, oserei dire almeno un metro.
In questo week-end Fontanarossa è molto popolata, sia da cacciatori sia da chi viene a festeggiare
la fine dell’anno in paese (soprattutto giovani). La voce ormai si è sparsa e non c’è persona che non parli del pappagallo e non voglia andarlo a vedere. Quando si incontra qualcuno oltre ai rituali auguri è d’obbligo informarsi sugli ultimi avvistamenti del variopinto volatile.
Nei giorni successivi è stato fatto venire in paese un rappresentante di una associazione animalista per catturarlo e affidarlo ad una struttura che gli potesse fornire le cure adeguate ma non è riuscito nell’intento.
Per il momento il pappagallo non sembra risentire del clima rigido ed alcuni dei pochi abitanti del paese lo hanno adottato e gli procurano il cibo che altrimenti in questo periodo faticherebbe a trovare.
Posso fare soltanto una raccomandazione: non acquistate animali se non siete in grado di dare loro l’amore e la cura che necessitano e soprattutto non acquistate mai animali di specie esotiche per le quali la vita nei nostri climi e in cattività è una vera tortura, tenendo conto che per molti di essi la loro vendita è vietata dalla legge.

Marco Gallione

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