Equiseto o coda di cavallo (Equisetum arvense)

Famiglia: Equisetaceae
Altri nomi dell’Equiseto :
Coa ad caval, codabussina, coda di cavallo, cucitolo, erba rugna, rasparela
Descrizione:
Curiosa felce con fusto (50 cm) sterile (privo di fiori e semi) dotato di cloropasti, di colore verde, rigato, con stami verticillati. La moltiplicazione viene assicurata dalle spore emesse da un secondo tipo di fusto (20 cm) di colore grigio poiché privo di clorofilla, che compare alla base della pianta in primavera ed è privo di cloropasti, con uno strobilo alla sommità. Alla caduta delle spore lo strobilo scompare e il fusto fertile diviene simile a quello sterile.
Dove si trova:
Cresce nei luoghi umidi.
Parti utilizzate:
I fusti sterili.  I fusti si raccolgono in maggio – luglio, quando sono ben sviluppati, tagliandoli 5 – 10 cm al di sopra del terreno
Tempo di raccolta e conservazione:
Raccolta: Nei mesi più caldi.
Conservazione: Devono essere essiccati al sole oppure in forno e quindi conservati in luoghi secchi ed asciutti.
Principi attivi:
Silice, sali di potassio, saponoside, equisetonina, flavonoidi.
Proprietà:
Diuretiche, rimineralizzanti, antiinfiammatorievulnerarie.
Una delle caratteristiche fondamentali dell’equiseto, è l’elevato contenuto in silice che ne fa una delle piante rimineralizzanti più valide ai nostri giorni. L’acido silicico avrebbe la proprietà di aumentare l’elasticità dei tessuti e di giovare alla ricostruzione dello scheletro, per cui da taluni viene proposto un trattamento a base di equiseto per accelerare la guarigione dalle fratture.
Nell’ambito di un uso esterno tradizionale è impiegata nei disturbi emorroidali, per le perdite di sangue dal naso, per le varici, per i pruriti e per le infiammazioni delle mucose della bocca e della gola.
Per uso interno l’equiseto è, eminentemente diuretico ed esercita meglio la sua azione attraverso preparati alcoolici (tinture). Esercita inoltre una generica azione depurativa e astringente intestinale.
Preparazione e uso:
Uso interno :
La parte aerea della pianta : come diuretico.

Infuso
Ponete in infusione 30-40 g di equiseto in 1 litro d’acqua bollente e lasciate riposare per 10 minuti.
Zuccherate a piacere, colate e filtrate.

Tintura
20 grammi in 100 ml di alcool di 20° (a macero per 8 giorni). Due – tre cucchiaini

Decotto
Si prepara mettendo 70 gr. di rami seccati al sole in mezzo litro d’acqua. Calma l’affanno, scioglie i calcoli renali e la renella, è cura efficace nelle affezioni epatiche, renali, artritiche e nell’artrosi.

Polvere di equiseto
Impastate 1 cucchiaino di coda cavallina (pianta) in polvere con miele o marmellata e assumetelo tre volte al giorno per combattere la tendenza alle emorragie.

Uso esterno :
La parte aerea della pianta : per detergere le ferite, fermare le emorragie nasali, lenire le pelli infiammate, bruciore di gola e le infiammazioni emorroidali.

Infuso di equiseto
Mettete in infusione 5 g di equiseto (parte aerea) in 1 dl d’acqua.
Applicate batuffoli di cotone o compresse di garza imbevuti di infuso sulle zone interessate come cura contro le emorroidi.

Bagno di equiseto
Ponete a macerare 100 g di equiseto (fusti sterili) per 1 notte in 1 l d’acqua fredda.
Quindi fate bollire per 3-4 minuti a fuoco lento, lasciate riposare in infusione per 15 minuti, poi filtrate e aggiungete il liquido ottenuto all’acqua del bagno, dove vi immergerete per 20 minuti per combattere i disturbi dovuti a vescica debole.

Impacco d’equiseto
Preparate un decotto bollendo per 3 minuti 100 g di equiseto essiccato in 1 litro d’acqua e lasciando raffreddare.
Utilizzate per impacchi o lozioni contro le smagliature e la cute rilassata.

La CENERE di equiseto, ricca di silicio, cura le piaghe e le ulcere.

Uso cosmetico :
Una manciata di droga infusa nell’acqua calda del bagno è utile per le pelli rilassate e rugose.

Notizie e curiosità: 
L’elevato contenuto in silice e sali solforici la rende utile per la difesa delle piante da malattie fungine (rinforza la cuticola fogliare). Allo scopo si usano macerato e decotto diluiti.

L’Equiseto in cucina:
I fusti fertili di equiseto vanno raccolti quando sono più succosi, togliendo la spiga terminale e le guaine intercaulinari. Si puliscano con attenzione lasciandoli a bagno in acqua e limone per qualche ora. Poi vengono cotti e consumati come gli asparagi, pur possedendo un sapore decisamente diverso.

AVVERTENZA
Per distinguerla da altre specie affini occorre osservare la conformazione della guaina che avvolge il fusto in prossimità degli internodi: nell’equiseto è finemente incisa da 6-12 denti e più corta del primo internodo.

Attenzione!

1) Tutte le notizie riportate in questa sezione hanno solo uno scopo informativo. In nessun caso si vuole indurre ad auto-diagnosi o auto-terapia, questo può essere molto pericoloso. Solo un medico può effettuare diagnosi o terapia, per problemi di ordine sanitario rivolgersi al consiglio di un medico.
2) Ricordiamo che la raccolta di gran parte delle piante di questo sito è soggetta alle norme regionali per la protezione della flora spontanea

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