Volti e paesaggi sul filo della memoria

Questa estate l’Associazione “Amici di Fontanarossa” ha allestito nei locali parrocchiali la mostra fotografica “Stu chi u l’è, sta chi a dev’iese – Volti e paesaggi sul filo della memoria”.
Come si intuisce dal titolo la mostra rappresentava volti e paesaggi della Fontanarossa di una volta, attra­verso l’esposizione di più di 200 fotografie raccolte tra tutta la popolazione del paese.
Le fotografie erano divise in diverse sezioni a tema (i bambini, le famiglie, le donne, le foto di gruppo, il lavoro, il paesaggio ecc.).
Il successo della mostra, visitata sia da residenti e villeggianti che da turisti occasionali, ha superato le aspettative degli organizzatori.
Per gli abitanti del paese o comunque per chi è nato a Fontanarossa è stata l’occasione per ricordare la propria gioventù e rivedere i volti di parenti e amici e molti di loro hanno passato parecchio tempo dinanzi alle fotografie, magari ritornando nei giorni seguenti alla prima visita, per ricordare tutti i nomi delle persone ritratte.
Ai villeggianti invece la mostra ha permesso di vedere come erano in gioventù le persone di Fontanarossa e soprattutto di vedere come è cambiato il paese, aspetto che ha colpito soprattutto i bambini che spesso stentavano a credere che una volta il paese fosse così diverso.
Insieme alle fotografie sono stati esposti anche dei pannelli con vari temi quali il cibo, la scuola, il dialetto. Insomma, chi ha visitato la mostra ha avuto modo di fare un viaggio a ritroso nel tempo e molte persone han­no manifestato il loro apprezzamento spesso a metà strada tra la commozione e la gioia per aver visto in fotografia un loro caro, per essersi rivisto bambino o per aver rivisto un paesaggio che oggi non c’è più.
La mostra verrà nuovamente allestita l’estate prossima, arricchita di nuovo materiale; chi volesse avere un piccolo assaggio delle fotografie presentate può visitare il sito Internet www.fontanarossa.8m.com andando nella sezione “Fotografie di ieri”.

Marco Gallione

(Articolo tratto dal N° 2 del 11/01/01 del settimanale “La Trebbia)

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