Rovo (Rubus ulmifolius Schott)

Famiglia: Rosacee
Altri nomi del Rovo :
Mora selvatica, mora di rovo, rogo di macchia, spina di siepe, pruno, spino, tribolo
Descrizione:
Pianta: arbusto cespuglioso, perenne, alto fino a 3 m
Fusto: rami arcuati e ricadenti, rossastri, provvisti di grosse spine
Foglie: composte da 3-5 foglioline ovali con margine dentato, con nervature marcate,
verde brillante e lucide nella pagina superiore, biancastre e pelose in quella inferiore
Fiori: con corolla a 5 petali bianchi o rosati raccolti in pannocchie
Frutti: (sorosi) piccole bacche rossastre, nere a maturità, che raggruppate formano la mora (falso frutto)
Dove si trova:
Pianta rustica di larga diffusione si trova nelle siepi, nelle macchie e nei boschi dal mare alla montagna.
Parti utilizzate:
Le radici, le foglie, i giovani germogli e i frutti
Tempo di raccolta e conservazione:
Le radici si raccolgono in primavera o in autunno, le foglie in primavera ed estate, i germogli in primavera, i frutti a piena maturità dall’estate fino all’inizio dell’autunno.
Come si conserva: le radici si essiccano al sole o in forno a temperatura moderata e si conservano in sacchetti; le foglie, private del picciolo, si essiccano in sottili strati all’ombra e si ripongono in sacchetti; i giovani germogli si usano freschi; i frutti si consumano freschi o in preparazioni (marmellate ecc.).
Come si coltiva:
Essendo molto comune, difficilmente viene coltivata; nel caso, si deve procedere per talea prelevata a fine estate, posta a radicare in torba e sabbia e trapiantata a dimora la primavera successiva.
Principi attivi:
Acidi organici, pectine (frutti); tannini, acidi organici (foglie).
Proprietà:
Aromatizzantiastringentiantiinfiammatorie, coloranti.
I frutti del Rovo, ricchi di zuccheri e vitamine, sono un ottimo alimento dietetico e vengono inoltre utilizzati come correttivi del sapore nell’ industria dei farmaci e come coloranti per alimenti e preparati medicinali.
I frutti e i loro preparati hanno, per via interna, delicate proprietà astringenti intestinali. Contemporaneamente essi esercitano un’ azione coadiuvante nel trattamento delle emorroidi.
Le foglie, particolarmente ricche di tannini, vengono utilizzate per frenare diarree, normalizzare le infiammazioni dell’ intestino, lenire i dsiturbi emorroidali e le ragadi anali.
Per uso esterno sono soprattutto impiegate, in sciacqui e gargarismi, per le gengive molli e sanguinanti, per le irritazioni e il mal di gola; sono in oltre utili in lavande vaginali in caso di perdite bianche e per detergere le stesse zone e quelle intorno agli occhi in caso di prurito e arrossamento.
Preparazione e uso:

Uso interno :
I frutti freschi : Come astringente e regolatore intestinale.
Frutti : A piacere.
Le foglie : Come astringente intestinale.

Sciroppo
100 grammi di succo in 200 grammi di di zucchero. Cuocere lentamente. A cucchiaini.

Decotto :
Mettete una manciata di foglie di rovo essiccate e sminuzzate in 1 litro d’acqua e fate bollire per circa 10 minuti.
Aggiungete del miele e filtrate. Due – tre tazze al giorno.

Uso esterno :
Le foglie : Per le infiammazioni della pelle, delle gengive, delle emorroidi e delle mucose intime.

Decotto :
5 grammi in 100 ml di acqua. Fare sciacqui, gargarismi, lavaggi, irrigazioni, applicare compresse imbevute sulle zone interessate.

Notizie e curiosità: 
A giudicare dai reperti rinvenuti in varie zone d’Europa, già in epoca preistorica l’uomo doveva cibarsi di more, anche perché pare che la pianta fosse molto diffusa.
In epoca medioevale, anche se si continuò a impiegare il rovo per preparare sciroppi, decotti e impacchi, si diffuse l’opinione che le more fossero nocive se mangiate appena colte. Tale pregiudizio – risultato infondato da studi più recenti -derivava forse dal fatto che, talvolta, le more funzionavano da veicolo di diffusione per i germi, dato che crescono tipicamente ai bordi di strade e sentieri.

Il Rovo in cucina:
Con le foglie di rovo si prepara un gradevole tè. Come eduli, oltre ai frutti (conosciutissimi, coi quali si confezionano ottime conserve e succhi profumati) vengono raccolte le radici più grosse e turgide che, dopo lunga ebollizione, vengono rese morbide e ridotte in poltiglia da mangiare con un buon condimento aromatizzato. Si usa spesso unire questa radice a quella del lampone, il cui gusto affine migliora di molto questo alimento.

Attenzione!

1) Tutte le notizie riportate in questa sezione hanno solo uno scopo informativo. In nessun caso si vuole indurre ad auto-diagnosi o auto-terapia, questo può essere molto pericoloso. Solo un medico può effettuare diagnosi o terapia, per problemi di ordine sanitario rivolgersi al consiglio di un medico.
2) Ricordiamo che la raccolta di gran parte delle piante di questo sito è soggetta alle norme regionali per la protezione della flora spontanea

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