Mons. Giovanni Battista Chiosso

Mons. Giovanni Battista Chiosso detto Baccicin nacque a Fontanarossa nel 1880 e morì a Torriglia nel 1956.
Fu rettore a Pietrabissara, piccola frazione di Arquata Scrivia, cappellano militare durante la gran­de guerra 1914-18, parroco a Variana e quindi Arciprete di Torriglia.
Torriglia, parrocchia di prestigio, con innumerevoli frazioni, alcune assai distanti dal centro, non lascia riposo al suo clero, specialmente nel periodo estivo, durante la villeggiatura, quando la popolazione si moltiplica a dismisura. Mons. Chiosso, con la sua attività e il suo zelo, aveva saputo creare un ambiente nuovo, rinvigorire, infondere vitalità ai vari rami dell’Azione Cattolica e renderli prosperosi: bisogna riconoscere che i torrigliesi, gente simpatica, intelligente, attiva, gelosa delle tradizioni religiose, l’aveva capito, seguito ed aiutato nelle sue iniziative.
Egli dette splendore e grande solennità alle funzioni liturgiche, specialmente nella festa patronale della Madonna della Provvidenza.
Mons. Chiosso lo ricordiamo anche così: una bella figura di sacerdote, di corporatura robusta di montanaro, un bell’uomo che, con gli occhiali a stanghetta di bianco metallo, sempre sorridente e paziente, offriva l’aspetto di persona distinta ed amabile. Solo in chiesa parlava in italiano o con estranei o persone sconosciute: con i suoi parrocchiani conversava nel dialetto, con paterna semplicità, ispirando confidenza ai contadini, ai bottegai, ai mulattieri, per meglio conoscerne i sentimenti ed i bisogni e per essere veramente un uomo del popolo.
Mons. Chiosso era una tonaca, un uomo, un cuore: un sacerdote dunque, ma più difficile di altri sacerdoti ad essere giudicato. Il suo carattere schivo, chiuso direi, da paesano ligure, non si prestava docilmente alla morbosa curiosità di far congetture. Solo la sua tonaca era uguale a quella di mille altri preti, ma rappresentò per molti lustri la guida della parrocchia di sant’Onorato, come dire la tonaca più importante, secondo la gerarchia ecclesiastica, di una vastissima zona della diocesi tortonese.
Ma la modestia di mons. Chiosso non fece mai pesare a nessuno il simbolo di quella veste nera, come a rilevare la povertà delle ambizioni umane, come a mettere in luce l’uguaglianza dei mortali, tutti, di fronte all’unica Potestà esistente nell’universo.
Mons. Chiosso sapeva molto, anche se la sua modestia, la sua riservatezza gli impedirono di mettere in luce la sua non comune conoscenza nel campo della filosofia e della teologia.
Perfino nelle prediche domenicali cercò sempre di essere il portatore della buona novella nel più semplice dei modi, rifuggendo a citazioni erudite che pure elevano il tono di un discorso e regalano la fama di dotto all’oratore.
Ma l’uomo ed il cuore dell’uomo il paese di Torriglia ebbe occasione poi di conoscerli in mille episodi, ultimo quello del periodo bellico. Tutti ricorderanno, come egli s’adoperò presso il comando tedesco a moderare e ad annullare sul nascere azioni che avrebbero potuto recare lutti numerosi a tutti gli abitanti di quella nostra bella verde valle.
Divenne poco prima della morte monsignore: un titolo che accettò di buon grado, ma che spesso lo faceva ironicamente sorridere.
Le sue spoglie mortali riposano nel nostro vecchio cimitero di Fontanarossa.

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