Furto nella chiesa Beata Vergine di Fontanarossa

Nella notte tra il 26 e il 27 ottobre ignoti sono penetrati nella chiesa della Beata Vergine Addolorata di Fontanarossa. I ladri sono entrati forzando la porta dell’ambulatorio e all’interno sono riusciti a entrare nei locali che portano alla sacrestia e quindi alla chiesa stessa. Le porte di questi locali erano stati rinforzati con delle inferriate ma i malviventi, potendo agire indisturbati, hanno divelto un pezzo di muro riuscendo così ad asportare le serrature. All’interno hanno messo a soqquadro i locali provocando numerosi danni ai mobili e hanno rubato svariati oggetti religiosi, alcuni anche di un certo valore. Si sta ancora procedendo all’inventario degli oggetti rubati: tra questi vi sono il leggio dell’altare, tre reliquie, la pecorella della statua della Madonna della Guardia e il corpo del Cristo nero che è stato schiodato dalla Croce che lo sorreggeva.
A prescindere dal valore intrinseco degli oggetti rubati il fatto odioso è che sia stato violato un luogo sacro e amato dagli abitanti di Fontanarossa: ogni settimana un gruppo di devote volontarie presta la propria opera per tenere in ordine la chiesa e per abbellirla e al valore di ciò che è stato trafugato c’è da aggiungere il loro valore religioso e affettivo per i fedeli del paese.
Quest’anno è toccato a Fontanarossa, negli scorsi anni altri paesi della valle erano stati oggetto di una serie di furti. Purtroppo, dopo il periodo estivo che vede la Val Trebbia affollata di villeggianti e di turisti, nel periodo invernale si spopola e nei paesi restano pochi residenti, perlopiù molto anziani, e addirittura alcuni borghi rimangono completamente disabitati e completamente in balia dei malintenzionati.
Si parla da un paio di anni del posizionamento di telecamere nei nostri paesi, da porre in punti strategici per controllare le vie di accesso agli stessi, ma a tutt’oggi è stato fatto poco o nulla come oramai capita troppo spesso nella nostra valle anche per altri problemi, vedi il problema degli uffici postali che chiudono o sono aperti a singhiozzo, il problema dei medici condotti, solamente due per otto comuni, il problema della banda larga e a breve si presenterà anche il problema del passaggio alla tv digitale.
Non si può parlare dello sviluppo della Val Trebbia, di fare in modo che le persone tornino ad abitarla e ad intraprendervi attività commerciali, invitare alle manifestazioni estive politici e personalità che fanno promesse se poi per sei mesi all’anno cade nel dimenticatoio lasciando i pochi (coraggiosi) residenti a vedersela da soli con i propri problemi.

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