Anna Maria Campi, per mezzo secolo in casa del ministro Taviani

Martedì 24 luglio scorso la Parrocchia di Fontanarossa ha accolto per l’ultima volta Anna Maria Campi, “Nini”, deceduta all’età di 77 anni dopo una vita trascorsa lontano dal suo paese nativo.
Nel 1948, ventiquattrenne, in qualità di collaboratrice domestica, si era trasferita a Roma presso la famiglia del Senatore Paolo Emilio Taviani.
In quel clima sereno e familiare, allietato dalla presenza dei figli e dei nipoti, la Nini ha trascorso tutta la sua vita, trovando affettuosa assistenza anche negli ultimi anni segnati da una malattia invalidante.
Nella sua casa di Fontanarossa soggiornava solo per brevi periodi, in estate, per rivedere i suoi cari, ma l’ansia di tornare presso la famiglia che ormai sentiva sua era l’espressione del rapporto affettuoso, totale, che lega una madre ai propri figli.
Il rito funebre, presieduto dal parroco don Renato Repetti, è stato un saluto corale di tutti i convenuti, scandito dalle commosse parole di Ida Taviani che ha introdotto l’onoranza funebre, tracciando un toccante profilo della defunta, e dai canti gioiosi a lei dedicati dai figli Taviani e dai “nipoti romani” che l’hanno accompagnata nel suo definitivo ritorno a Fontanarossa.
L’omaggio affettuoso dedicatole pubblicamente dal la famiglia Taviani viene qui di seguito riportato unitamente ai ringraziamenti dei familiari della defunta, rivolti nel corso della cerimonia funebre a questa famiglia che ha saputo tramutare una circostanza dolorosa in un canto corale di amore.
Così la ricordano i famigliari del Sen. Taviani

Può sembrare strano che sia io a ricordare la Nini, ma questo avviene perché è speciale la sua storia: lei si è unita alla nostra famiglia per motivi di lavoro ed invece è diventata una persona che abbiamo amato e che tanto ci ha amati. Vicino a Lei, oggi, mancano la mamma, che è malata, e Nando e Andrea che sono rimasti ad assisterla, ma sono comunque presenti con il pensiero e la preghiera.
Abbiamo riaccompagnato la Nini nella sua terra, che abbiamo imparato a conoscere ed amare attraverso i suoi racconti e i ripetuti soggiorni a Fontanarossa. Il carrello sulla Trebbia, i prati spazzati sotto i castagni, i giochi che faceva sul monte Cavalla quando andava con le mucche al pascolo. Sono tutte immagini vive nella nostra mente, che si intrecciano con quelle delle persone a Lei care: Luigino che partecipava ai campeggi con Papà e i fratelli, la famiglia della Gloria e quella della Luigina, la Pernice. E poi la figura del signor Giovanni, che noi più grandi ascoltavamo incantati quando, seduto sulla panchina, ci raccontava la storia della sua vita e di tutto il paese.
E’ sempre stata coraggiosa e battagliera la Nini: siamo cresciuti sentendo raccontare di quando -durante la guerra – aveva intimidito un ufficiale tedesco, riuscendo a proteggere le due rifugiate ebree. Ma Lei è stata coraggiosa e battagliera in ogni giorno della sua vita, perché mai si perdeva d’animo. Ha affrontato con vigore la morte prematura della sua mamma, il lavoro a Genova, poi l’avventura a Roma, lontana dai suoi familiari.
Tra attenzioni, carezze e qualche giusto rimprovero ha cresciuto ed educato noi ed i nostri figli; quando ci sgridava spesso parlava in dialetto e non dimenticheremo mai le sue frasi. Passava con naturalezza dai fornelli e dai giochi con i bambini alla conversazione rispettosa ma spigliata con autorità dello Stato e della Chiesa. Da tutti era apprezzata e stimata.
Ha condiviso ogni momento di gioia e di dolore della sua famiglia ligure e romana: ha sofferto per la morte di Mauro della Ines, di Pietro e poi di Ilaria, è stata testimone alle nozze di Beppe, ha assistito la Nonna Elide in fin di vita; ha sempre avuto la stima e la fiducia incondizionata di Papà e l’amicizia profonda della mamma.
Negli ultimi anni quello che più le dava gioia erano i bambini: la nascita di Valentina e poi di Arianna, Elena, Alex. Per loro in modo speciale e per tutti i figli e nipoti della sua grande famiglia del nord e del centro ha sempre avuto un sorriso e una carezza affettuosa, proprio come una nonna, proprio come una mamma amorosa.

Ida Taviani

Il ringraziamento della famiglia Campi

A nome delle due sorelle, della cognata e di noi nipoti desideriamo rivolgere un affettuoso ringraziamento alla famiglia Taviani presso la quale la zia Nini ha avuto il bene di trascorrere quasi tutta la sua esistenza.
Un pensiero di sincera gratitudine va alla memoria del Sen. Paolo Emilio Taviani, recentemente scomparso, che insieme alla Sig.ra Vittoria ha costruito una famiglia meravigliosa che è stata anche quella della zia Nini.
Un forte abbraccio lo dedichiamo a tutti i fratelli Taviani che la zia ha visto crescere, alle loro famiglie e ai loro figli da lei altrettanto amati.
E nell’esprimervi questo sincero ringraziamento, tutti noi familiari, ci facciamo tramite nella condivisione di un suo desiderio, perché pensiamo che se paradossalmente quando si è lasciata la vita terrena ci fosse data l’opportunità di ringraziare qualcuno per l’ultima volta, lei vi avrebbe ringraziati tutti, ora, qui, ad uno ad uno.
Cari Nando, Cesare, Ida, Beppe, Andrea, Elide, Paolo e le vostre famiglie, che l’avete così amorevolmente assistita durante il tempo della sua malattia, sappiamo il bene sconfinato che vi ha voluto ma sappiamo anche quanto e come l’intensità di quell’affetto è stato ricambiato, perché lei nel poco tempo che ha trascorso con noi ha saputo darcene una intensa rappresentazione raccontandosi e raccontandovi.
Si dice che le persone che muoiono continuano a vivere nel ricordo di chi le ha amate.
Questo è un conforto grande anche per noi familiari perché sappiamo che grazie a voi e insieme a voi, saremo in tanti a ricordarla per sempre.

I famigliari

(Articolo tratto dal N° 31 del 23/08/2001 del settimanale “La Trebbia”)

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