Distesa e raccolta attorno al castello |
Fontanarossa, che sembra distesa e raccolta
attorno alla bella chiesa romanica e al castello dal tetto a capanna
, nacque fra i prati , i castagni e i faggi , un giorno che Iddio
aveva distolto lo sguardo lo sguardo amoroso e magnifico dalle
Alpi.
Perché quelle case , talune sono anche medioevali , poste
fra i novecento e i mille metri di altitudine sotto l’intenso
e imperioso proscenio del monte Carmo , sono immerse in un pezzo
di Alpe innestato per felice capriccio divino fra gli Appennini.Per
codesto miracolo oltre i castagni che un male diffuso distrugge
, oltre i prati verdi , fra i faggi e ancora più su , crescono
genziana , arnica , genzianella ; nei boschi i mirtilli , blu
, rotondi , magicamente alpestri , e nidificano scoiattolo e beccaccia
stanziale.
Allignarono nei secoli , come piante di pace e di guerra , i Fieschi
, i Doria , i Centurione.
Basta un torrente , il Terenzone , per dividere valle e province
; sulla riva destra Genova , sulla riva sinistra Piacenza . A
tre chilometri , poco più , la statale numero 45 della
valle Trebbia , è un nastro bizzarro , che insegue i paesi
.
Ma , nella piccola valle dominata dal monte Carmo il senso del
tempo non è opprimente e ineluttabile : Alpe , Bertazzi
, Campi di Molino , Fontanarossa , Borgo , Bosco : sono manciate
di case che hanno per anelito un campanile , magari da sette secoli.
E gli abitanti sono pochi come a Fontanarossa , e chiusi in quel
fascino alpestre : quattrocento , cinquecento , forse meno ; molti
sono a San Francisco , in California ; altri viaggiano , per lavorare
a Genova.
Grandi risorse del luogo , che possiede un’area agricola
superiore al numero degli abitanti , sono le patate bianche e
gialle , il legname (faggio e castagno) , i funghi (porcini e
ovuli) e poi grano , coltivato per fabbisogno familiare , e poi
ortaggi (qui è il miracolo degli zucchini dalla fine di
Luglio ad Agosto) , fieno , burro , latte.Poi ci sono i fattori
negativi , comuni a tutta la montagna ligure : il bosco che deve
essere tagliato inesorabilmente perché altrimenti andrebbe
perduto ; il turismo che stenta a svilupparsi , ed è assurdo
, proprio qui in questo pezzo d'Alpe a meno di sessanta chilometri
da Genova ; e tante altre cose , fra le quali il quotidiano calvario
di gente che deve scendere per lavorare.
Vagabondare attraverso le case è come vagabondare nel tempo
: lo spazio è così grande , dilatato profondo ,
che non si avverte ; esso ha quasi perdute dimensioni di infinito
.
E non è difficile soffermarsi , senza sapere , dinanzi
ad una fucina dell’Ottocento , con incudine , martello ,
tenaglia , ventola , ancora efficiente per apprestare i ferri
e gli arnesi dei contadini ; e qui esiste ancora la “liesa”
, una specie di slitta che serve d’estate e d’inverno
, in qualsiasi stagione , con due traverse , due timoncini , trainata
, senza ruote , da un cavallo.La vita ha un corso tutto originale
, anche nei modi : nelle case sono certi pani bruni , grossi ,
che in famiglia sono preparati quasi con rito antico , una volta
la settimana ; e per il burro , per il formaggio , per certi bei
dolci saporiti , gli abitanti tengono ancora i segreti degli avi.
Del resto non deve essere difficile liberarsi del tempo che trascorre
, qui dove coesistono le sgargianti camicie americane sui toni
verdi , gialli , ocra , cerulei , viola , dei monti e del cielo
.
Questa valle potrebbe anche diventare molto ricca se il turismo
fiorisse , come dovrebbe , in ambiente propizio : forse a poco
a poco scomparirebbero le “liese” , le vecchie fucine
, e sarebbe per contro rivalutata l’esistenza di reperti
storici romani e forse cartaginesi . Ma esistono altre possibilità
per Fontanarossa che sarebbero integrazione e incentivo per il
turismo : la coltura tardiva degli ortaggi e la caccia , la bellezza
dolce e riposante dei luoghi e l’escursionismo.L’escursionismo
su questi monti ha una continuità manifesta che interessa
la Val Bisagno , la Val Trebbia e , a levante , le valli Fontanabuona
e dell’Aveto e , a ponente , la Val Borbera : può
essere praticato in cento modi , anche con la tipica approssimazione
dei nostri tempi motorizzati con appoggio e sviluppo sulle Case
del Romano , sulle Capanne di Carrega e con possibilità
di notevole irraggiamento . Sono possibili anche percorsi lunghi
, di più giorni , al di fuori di ogni strada carrozzabile
, con itinerari articolati sullo spartiacque .Ma altri fattori
possono assumere valore determinante nella rivalutazione di Fontanarossa
: la storia , l’arte , la storia del costume , e basterebbe
l’aria sola , asciutta e sottile , tonica e pura , sotto
un cielo diradato. Qualcuno ha anche detto che ai boschi di Fontanarossa
manca un’aspra corona di vette . Può essere una carenza
che , tuttavia , spiega e giustifica il prodigio di questo pezzo
d'Alpe , ma può anche essere un vantaggio , un bisogno
, un temperamento della montagna , per tutti coloro che sentono
opprimente l’imponenza delle vette.La vita prima , non primitiva
, di Fontanarossa si svolge fra pascolo e casa . I gesti , i lavori
, le fatiche , hanno un piccolo premio nel cielo , nella chiesa
, nelle case di sette secoli.
Questo borgo , situato in bella posizione , potrebbe avere una
storia così sillabata nelle vicende dei Malaspina , dei
Fieschi , dei Centurione , della diocesi di Bobbio , che fattori
paesistici e umani , cronologici e geografici , corrisponderebbero
alla qualificazione stessa della valle.
La vita seconda sarebbe allora di un nuovo , quasi gioioso splendore.
G. Marasco
(Questo articolo è stato tratto dalla Gazzetta del Lunedì
del 31 Ottobre 1967)