Farfaraccio (Petasites officinalis Moench)
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- Category: Piante medicinali
- Published on Wednesday, 04 June 2014 13:32
- Written by Super User
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Famiglia: |
Composite |
Altri nomi del farfaraccio |
Bardano domestico, barbazz, barde, capelocc, cappellaccio, ciapelass, erba per la tegna, farfarazz, lampazzo, lavassa, neja, petasite, petrasita, tossillaggine maggiore, vanigliun salvadegh
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Descrizione: |
Il farfaraccio è una pianta erbacea perenne di grandi dimensioni, con grosso rizoma tuberoso strisciante da cui in primavera si sviluppa il fusto fiorifero, alto da 30 a 100 cm e senza foglie che appaiono soltanto al termine della fioritura. |
Dove si trova: |
In terreni umidi fino ai 1500 metri. |
Parti utilizzate: |
Le radici, i fiori e le foglie.
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Tempo di raccolta e conservazione: |
Le radici in primavera o in autunno, le foglie e i fiori in primavera. |
Come si coltiva: |
Di solito non viene coltivato, anzi è una pianta infestante. Comunque si moltiplica per divisione delle radici in ottobre-novembre; preferisce terreno umido e protezione ombrosa. Se volete coltivarlo, fate in modo da destinargli un punto isolato nel giardino per tenerlo sotto controllo |
Notizie e curiosità: |
L'appellativo petasites che gli viene attribuito, deriva dal nome di un cappello a larghe falde (Petàsos) usato dagli antichi per coprirsi la testa e ripararsi dalla pioggia, alla cui forma richiamano le grandi foglie cuoriformi della pianta. |
Principi attivi: |
Gli effetti farmacologici del farfaraccio sono dovuti ai suoi costituenti principali: la petasina e l’isopetasina, due potenti agenti vasodilatatori la cui attività in vitro si è dimostrata simile a quella della papaverina. Tali sostanze sembrano inoltre capaci di inibire la sintesi di leucotrieni responsabili del processo infiammatorio che sta alla base dell’emicrania.
Contiene anche prodotti a base di zolfo, alcaloidi pirrolozidinici, flavonoidi, acido protocatechico, colina, cloruro di potassio, inulina, sinantrina, eliantenina, potassio, calcio e manganese. |
Proprietà: |
Sedativo, astringente, vulnerario, diuretico, emmenagogo, bechico, ipnotico. |
Preparazione e uso: |
Decotti delle radici e infusi e sciroppi di fiori e frutti per uso interno. |
Il farfaraccio in cucina |
I gambi carnosi e sodi delle giovani foglie (piccioli) si possono consumare lessati ed eventualmente mescolati con bietole, oppure al pari degli asparagi. I gambi vanno lavati con estrema cura e lessati in acqua salata. Si possono consumare in insalata oppure passati al burro. In Lombardia si usa anche friggerli dopo averli leggermente infarinati oppure passati in una pastella preparata con uova, farina e latte. |
AVVERTENZA
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Essendo tale droga potenzialmente epatotossica (a causa degli alcaloidi), particolarmente in caso di assunzione prolungata, è necessario effettuare un ‘adeguata anamnesi farmacologica dei pazienti prima di consigliarne l’uso, in modo da evitarne la possibile somministrazione contemporanea con altri farmaci in grado di causare disturbi a carico del fegato. |
1) Tutte le notizie riportate in questa sezione hanno solo uno scopo informativo. In nessun caso si vuole indurre ad auto-diagnosi o auto-terapia, questo può essere molto pericoloso. Solo un medico può effettuare diagnosi o terapia, per problemi di ordine sanitario rivolgersi al consiglio di un medico.
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